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Disturbi dell’adattamento  Pavia (PV)

Psicoterapia individuale

Dott.ssa Francesca Callegher Psicologa Psicoterapeuta a Pavia (PV)

Cos’è la psicoterapia

La psicoterapia è un intervento di natura sanitaria attuato da uno psicoterapeuta abilitato. Lo psicoterapeuta può essere uno psicologo o un medico. La psicoterapia è finalizzata alla cura della sofferenza psichica e psicopatologica, all’incremento dell’autoconsapevolezza e dell’autodeterminazione, al miglioramento del proprio benessere e della propria qualità di vita. La psicoterapia può essere richiesta dalla persona o suggerita dal professionista dopo una prima consulenza. È necessaria o particolarmente indicata in caso di una psicopatologia, ma è utile per trovare un maggior equilibrio con se stessi anche in assenza di particolari sintomi.

Chi è lo psicologo - psicoterapeuta

Lo psicologo è un professionista che ha conseguito una laurea magistrale in psicologia e ha svolto uno specifico tirocinio, è stato abilitato all’esercizio della professione dall’Albo Professionale di riferimento ed è iscritto ad un Ordine Regionale degli Psicologi. Lo psicologo-psicoterapeuta ha conseguito, in aggiunta, un diploma di specializzazione presso una scuola quadriennale di psicoterapia riconosciuta dal MIUR, ed è stato abilitato all’esercizio della psicoterapia dal proprio albo professionale.

La psicoterapia psicoanalitica relazionale

Esistono molteplici orientamenti terapeutici, che si differenziano per le teorie di riferimento e per il metodo usato. Tutti condividono le stesse finalità di miglioramento del benessere psicologico e di riduzione della sofferenza psichica.
Il modello di psicoanalisi della relazione fa parte della corrente relazionale. Ha come riferimento la teoria dei sistemi dinamici, ambito scientifico che consente di spiegare il funzionamento mentale sano e le condizioni cliniche a partire dai dati della ricerca sperimentale. All’interno di questo quadro teorico vengono analizzate, durante la psicoterapia, le modalità soggettive di funzionamento interiore, le quali si originano nelle prime relazioni affettive con le figure di attaccamento.
L’intervento terapeutico si concentra sui conflitti tra le soluzioni storiche adottate dalla persona, ormai rigide e disfunzionali, e le nuove organizzazioni interne possibili. I modelli interattivi che si strutturano all’interno della relazione terapeutica sono anch’essi oggetto di analisi, poiché consentono di osservare come le modalità storiche si manifestano nel qui ed ora della seduta. L’intervento ha come obiettivo il riconoscimento del proprio funzionamento, delle soluzioni inconsce utilizzate e degli aspetti di rigidità che generano sofferenza. Come risultato la persona acquisisce maggiore libertà di scelta e di autodeterminazione, perché può dare significato a schemi prima ripetuti in maniera automatica.

Diagnosi Differenziale

Il Disturbo dell’Adattamento può avere sintomi simili a quelli di altre problematiche cliniche, come la Depressione, i Disturbi d’Ansia, l’Abuso di Sostanze, i Disturbi della Personalità. Il professionista può fare una diagnosi differenziale in base a dei criteri specifici.
I sintomi del Disturbo dell’Adattamento sono collegati ad un evento stressante identificato e appaiono prima di un eventuale diagnosi di Disturbo d’Ansia, Depressione o altri problemi di salute mentale. Questo significa che la persona può avere altre problematiche cliniche successivamente alla diagnosi di Disturbo dell’Adattamento, ma non ne aveva in precedenza.

Il DSM – 5 prevede una differenza tra il Disturbo dell’Adattamento e i sintomi di altri disturbi psicologici correlati ad un trauma, tra cui il Disturbo Post Traumatico da Stress. Le differenze principali riguardano la gravità dell’evento, che è generalmente estremo nel Disturbo Post Traumatico (esposizione a eventi che rappresentano una minaccia improvvisa e inaspettata per la sopravvivenza propria o altrui), e nella severità e qualità dei sintomi manifestati (il DPTS ha sintomi caratteristici).

Il Setting terapeutico

Il rapporto tra paziente e terapeuta è specifico e differente da tutte le altre relazioni della vita quotidiana. L’obiettivo comune su cui si basa la relazione terapeutica è la riduzione della sofferenza psicologica della persona, e/o il raggiungimento di un migliore equilibrio e di un maggior grado di autodeterminazione. Il setting è la cornice che delimita la relazione ed è uno strumento necessario perché la terapia svolga la sua funzione. Il setting contribuisce a definire che quello è lo spazio in cui si lavora su di sé ed il modo in cui lo si fa. In base alla sua teoria di riferimento, il professionista ha uno specifico metodo di intervento, il quale determina l’impostazione del setting ed il modo in cui si svolge il processo terapeutico. Le regole del setting servono affinché il metodo funzioni e garantiscono che terapeuta e paziente collaborino per gli scopi concordati. Le regole del setting vanno condivise e devono essere stabili. La stabilità, anche nella frequenza delle sedute, è importante per il metodo relazionale, perché consente di fare emergere e osservare gli schemi interattivi inconsci.
Alcuni aspetti generali del setting riguardano:

  • Il luogo in cui si svolge la seduta
  • Lo spazio temprale della seduta: quando si svolge la seduta, qual è la sua durata, con che frequenza ci si incontra
  • Il costo della seduta
  • Il contratto terapeutico: definisce alcune regole riguardanti, ad esempio, le modalità di svolgimento e di conclusione della terapia

Quanto dura la psicoterapia

La durata del percorso non è definibile a priori. Una riorganizzazione profonda non può essere risolta in pochi incontri, richiede tempi di elaborazione che sono soggettivi e dipendono anche dal quadro clinico manifestato. È importante però che il terapeuta e il paziente verifichino periodicamente l’andamento del percorso e a che punto ci si trova nel raggiungimento degli obiettivi concordati.


Dott.ssa Francesca Callegher
Psicologa Psicoterapeuta a Pavia (PV)

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